Leggo, imparo e memorizzo.
Se hai sempre studiato in questo modo, non è detto che sia sempre stato il metodo più efficace. E probabilmente ne sai qualcosa. Sicuramente quello più usato o quello che a scuola abbiamo sempre visto fare.
Serve realmente studiare in questo modo?
Mi sorge qualche dubbio, non perché non funzioni, anzi funziona a volte, ma con un tempo limitato, diremmo a breve termine e con poco successo per il vero concetto dell'imparare per sempre.
A cosa serve poi, leggere, ripetere e memorizzare nella scuola di oggi? Ad ottenere la sufficienza e passare l'anno, diciamocelo chiaramente. Dove è il gap? Cosa ci siamo persi nel frattempo?
I docenti hanno bisogno di voti, di valutare le competenze acquisite, soft e life skills, di valutare i percorsi PCTO, di inserire le attività dei percorsi multidisciplinari, il giudizio per educazione civica, allinearsi al PTOF, seguire PDP etc...e vi assicuro molto altro.
Ora, a te che mi stai leggendo, dimmi se hai capito qualcosa nelle ultime quattro righe!? Poco, vero? La scuola oggi è questa, una mare di acronimi e terminologia tecnica con molti elementi fondanti per una scuola che preserva, giustamente, i diritti dello studente. E noi docenti seguiamo questi aggiornamenti, per il bene della scuola e dei suoi diritti e doveri.
Ma non è qui che dobbiamo essere rivoluzionari, quanto piuttosto nel cambio di direzione dell'approccio didattico. Nell'insegnare ai nostri ragazzi come leggere un testo, quando porsi domande, come fare retorica, quando fare ipotesi per apprendere per tutta la vita, posto che apprendere sia un'impostazione che dura tutta la vita #lifelonglearning.
Già nel 1969 un signore di nome Edgar Dale (1969) illustrò la piramide dell'apprendimento finalizzata alla memorizzazione dei contenuti in cui si distinguono due fasi, una attiva e una passiva e scoprì come la nostra memoria sia fortemente influenzata dalle esperienze: più sarà attiva la nostra partecipazione nel fare un qualcosa più ricorderò quella esperienza.
Partendo da questo principio studiò anche il tempo dei nostri ricordi sulla base delle esperienze fatte. Così scopriamo che, dopo due settimane se avrò letto un testo ne ricorderò il 10% mentre se avrò presentato un argomento o fatto un'esperienza laboratoriale e spiegato a qualcuno il funzionamento e i princìpi ne ricorderò il 90%. Bello, vero?
Quanto sarà efficace se leggo un testo e lo ripeto? Oppure se guardo solo un video? La percentuale sarà minima se non focalizzo i nuclei fondanti, se non mi attivo nel processo e se soprattutto non sperimento.
Ecco alcuni passi cruciali per studiare con "metodo" il più personalizzato e cucito su misura.
Informati, leggi, focalizza gli elementi principali. Elimina il superfluo.
Coinvolgimento nell'azione (lettura, visione, audio, presentazione): prendi appunti, scrivi parole chiavi, fai collegamenti, ipotesi, domande.
Ascoltati, sperimenta e insegna a qualcuno.
Anche lo studioso David Kolb intende l’apprendimento come una riflessione sulle azioni/esperienze concrete: ma in questo caso la conoscenza avviene attraverso l’osservazione di esperienze fatte o vissute.
I concetti astratti si trasformano per via dell’osservazione riflessiva e si amplia mediante la sperimentazione attiva. Questo tipo di apprendimento vede un ciclo di quattro stadi: esperienze concrete, comprensione delle azioni, riflessione e modifica del comportamento. Questi quattro stadi sono tutti complementari e si sostengono a vicenda. Grazie alla ciclicità dell'apprendimento gli studenti possono cominciare da qualsiasi punto del ciclo perché ogni stadio alimenta quello successivo e tutte le fasi sono di pari importanza.
Di seguito un grafico che illustra il suo meccanismo.
Ora sta a te, a noi, capire quale direzione intraprendere e al docente il compito più difficile, facilitare le strade da seguire.
Buon viaggio con "metodo"!
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